Argento o non argento?
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“Come si fa a riconoscere l’argento?” è la domanda che mi sento fare più spesso e scommetto che prima o poi ve lo siete chiesto anche voi. È semplicissimo. Un oggetto d’argento deve riportare due informazioni punzonate, cioè marcate con un punzone: il titolo e il marchio di identificazione dell’azienda produttrice.
Il titolo indica la percentuale minima di argento contenuta nella lega metallica. Come i carati per l’oro, il titolo dell’argento è un numero: 925. Vuol dire che siamo alle prese con una lega composta d'argento puro per il 92,5%, e per il 7,5% da altro materiale: in genere si tratta di rame. In altre parole, su un chilogrammo di lega, almeno 925 grammi (da qui il titolo) devono essere d’argento.
L’argento 925 è chiamato comunemente argento sterling (sterling silver).
Il titolo 925 vale per tutti gli oggetti d’argento prodotti nell’Unione europea (in Italia la norma che fissa i millesimi consentiti per la lavorazione dell’argento è il decreto legislativo 251 del 1999), ma in commercio possiamo trovare anche oggetti con titoli diversi.
Pensiamoci: gli oggetti d’argento prodotti in altre zone geografiche possono riportare titoli differenti (se un oggetto è punzonato con il titolo 950, ad esempio, potrebbe arrivare dal Messico); e i manufatti italiani più antichi hanno prevalentemente il titolo 800 (che la normativa attuale ancora ammette). Attenzione, però: la punzonatura deve riportare solo “800”, mentre se c’è scritto “ARG 800” l’oggetto è solo argentato, cioè ricoperto da una sottile lamina d’argento: il suo prezzo, a parità di peso e di altre caratteristiche, dovrebbe essere decisamente più basso!
E in passato, cosa accadeva? Una curiosità: nel Regno d’Italia, dopo la proclamazione avvenuta nel marzo del 1861, un sistema unico di punzonatura dell’argento venne introdotto per la prima volta nel 1870, superando i diversi sistemi in uso negli Stati che esistevano prima dell’unificazione.
Alla prossima!
Oscar